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IL CAM ALLA MUSEUM WEEK

Dal 7 al 13 giugno il CAM alla maratona social internazionale

 

Si è svolta dal 7 al 13 giugno la #MuseumWeek2021, appuntamento annuale internazionale che promuove la cultura e l’arte dei musei attraverso i social network, declinando ogni giorno un diverso tema con uno specifico hashtag. Di edizione in edizione (siamo ormai giunti all'ottava!) all'iniziativa aderisce un numero crescente di musei da tutto il mondo e anche quest’anno il CAM ha partecipato alla maratona social, fornendo contenuti in modalità smart per coinvolgere il pubblico e la comunità nelle appassionanti storie di ricerca e valorizzazione del patrimonio universitario raccontate dai nostri Musei. Il percorso ha toccato tutti i nostri musei e anche alcune collezioni storiche, rivelandoci alcune curiosità sui reperti, illustrando le attività che si svolgono quotidianamente per garantirne la conservazione o l’impegno profuso nel coinvolgimento di nuovi pubblici. 

 

CALENDARIO DELLA SETTIMANA

Lunedì 7 giugno, #ceraunavoltaMW con:

MUSEO DI MACCHINE ENRICO BERNARDI: nel passato il futuro dei motori

Dopo aver costruito il primo motore a benzina al mondo (agosto 1882), nel 1894 Bernardi realizza un capolavoro d'ingegneria: la sua famosa vettura a tre ruote, conservata in condizioni originali al Museo di Macchine Enrico Bernardi. Un vero gioiello della tecnica, capace di contribuire in maniera significativa allo sviluppo del motorismo: il suo propulsore, il motore Lauro, presenta soluzioni pionieristiche a livello di impianto di alimentazione, come l'isolamento del carburatore con un anello in avorio e l'inserimento di un galleggiante nella vaschetta di rifornimento, che regola il flusso della benzina. Invenzioni di oltre 120 anni fa, che ritroviamo in quasi tutti i motori a carburatore prodotti ancora oggi!

 

MUSEO DI SCIENZE ARCHEOLOGICHE E D'ARTE: le anfore della Padova romana 

Padova romana si sviluppava lungo il fiume Meduacus e solo negli anni Cinquanta del Novecento la Riviera dei Ponti Romani divenne la strada che oggi conosciamo. Lo scavo archeologico realizzato nel 1938, in occasione della costruzione dell’ala nuova di Palazzo Bo, ha restituito tracce del porto fluviale di Patavium: tra queste moltissime anfore, che dopo essere servite per trasportare vino, furono riutilizzate dai Romani per realizzare una bonifica dell’area molto umida prossima al fume. Varie decine di anfore – alcune delle quali esposte al Museo di Scienze Archeologiche e d’Arte – vennero infatti fittamente disposte nel sottosuolo vicino alla banchina del porto, garantendo un’efficace soluzione al problema delle acque superficiali.

 

 

Martedì 8 giugno, #dietrolequinteMW con:

MUSEO DIDATTICO DI MEDICINA VETERINARIA: tecnici al lavoro

Il lavoro di curatori ed esperti che sta "dietro le quinte" di un museo è sempre importantissimo. Nel caso di un museo veterinario lo è ancora di più, perché i reperti da esporre vengono spesso recuperati poco tempo prima della loro musealizzazione. Ecco perché una delle attività principali del Museo di Medicina Veterinaria consiste nella preparazione di reperti ossei e scheletri interi, appartenenti a specie sia domestiche che selvatiche. Nell’immagine i tecnici del Museo sono alle prese con lo scheletro intero di un capodoglio spiaggiatosi sulle coste italiane nel 2016. Il trattamento con acqua ossigenata garantisce lo sbiancamento dei reperti e li predispone alla fase ultima della musealizzazione.

 

 

 MUSEO DI GEOLOGIA E PALEONTOLOGIA: conservatori al lavoro

Al Museo di Geologia e Paleontologia Università degli Studi di Padova preserviamo per tramandare alle generazioni future… Cosa preserviamo? E come? Preserviamo rocce e fossili: ce ne prendiamo cura pulendoli, restaurandoli e monitorandone attivamente le condizioni di conservazione. Li studiamo, anche con l’aiuto di immagini, per valutare i cambiamenti che avvengono nel corso nel tempo e correre prontamente ai ripari quando serve! Ma non finisce qui: li cataloghiamo conservando così tutte le informazioni relative ai reperti stessi, ad esempio la provenienza e l’età l’geologica, in modo da poterle recuperare e consultare con facilità. Questa immensa mole di dati è fondamentale per i ricercatori che studiano i nostri reperti, ma può anche essere messa a disposizione del grande pubblico per valorizzare il patrimonio custodito, sia nella creazione degli allestimenti museali, sia attraverso mostre virtuali che soddisfano la curiosità di grandi e piccoli.

 

Mercoledì 9 giugno, #congliocchideibambiniMW con:

MUSEO DI ZOOLOGIA: la curiosità conduce alla conoscenza

I bambini sono il pubblico principale del Museo di Zoologia e portano con sé nonni e genitori. Ci sono bambini che osservano con gli occhi sgranati e ascoltano un po’ intimiditi le nostre spiegazioni e bambini che interagiscono vivacemente condividendo le proprie conoscenze. Effettivamente, grazie al numero sempre crescente di ottimi testi per ragazzi sulla zoologia, non è raro ricevere la visita di bimbetti nella fascia scolastica elementari, se non addirittura all’ultimo anno di asilo, che hanno competenze zoologiche paragonabili o superiori a quelle di tanti visitatori adulti. Quello che li contraddistingue è sempre lo spirito di osservazione, la curiosità tipica della loro fascia di età e la prospettiva fresca, che fa loro porre domande talvolta inaspettate, alle quali non è sempre facile rispondere.


MUSEO DI MINERALOGIA: il meraviglioso mondo dei minerali

Quali fantastici mondi può aprirci una pietra osservata con gli occhi pieni di meraviglia di un bambino? Pensiamo a questa eccezionale sezione di #calcedonio tagliata e lucidata (circa 23x10cm, peso 5-6 kg), che proviene da Masonade in val San Nicolò: quante storie sa raccontare! L’esemplare fa parte dell’importante collezione #mineralogica Gasser: completamente riordinata, comprende circa 2500 esemplari mineralogici, di cui oltre 1700 provengono da giacimenti ubicati in territorio italiano. La collezione Gasser fu acquisita dal Museo di Mineralogia Università degli Studi di Padova a metà degli anni Trenta del secolo scorso e mantiene tuttora un notevole interesse storico e regionale, soprattutto per i numerosi esemplari mineralogici provenienti dai giacimenti dell’Alto Adige e del Tirolo austriaco.


 

Giovedì 10 giugno, #eurekaMW con:

MUSEO DI STORIA DELLA FISICA: lo svegliarino

L'idea di utilizzare la corrente elettrica per trasmettere segnali codificati emerse con l'introduzione della pila di Volta. Da questo momento furono sviluppati vari modelli di telegrafo: tra i primi ad arrivare sul mercato vi è quello degli inglesi W. Cooke e C. Wheatstone, del 1837. Nel Museo di Storia della Fisica è però conservato lo "svegliarino" (un sistema di suoneria che avvisava dell'arrivo del segnale) di quello che sarebbe potuto diventare un primato italiano: il telegrafo elettro-magnetico ideato da Luigi Magrini (1802-1868). Magrini, assistente di S. Dal Negro alla cattedra di Fisica, effettuò a Venezia la prima “trasmissione inequivocabile e rapidissima di segnali elettrici" in Italia, indipendentemente da Cooke e Wheatstone. Nel 1838 chiese al governo austriaco di finanziare una linea telegrafica tra Venezia e Padova, ma l'affare non fu concluso. Per questo motivo la sua invenzione non ebbe alcun seguito. Disegno tratto da: L. Magrini, Telegrafo elettro-magnetico praticabile a grandi distanze, Venezia 1838.

 

MUSEO DELL'EDUCAZIONE: a tutto vapore!

Questo modello di macchina a vapore è un sussidio didattico di inizio Novecento, che proviene da una scuola elementare di Venezia Lido e si trova nel Museo dell'Educazione dal 1998. Realizzato in ferro, rame e ghisa, misura 37x34x17 cm. Cosa ci fa un modello di maccchina a vapore in una scuola elementare? Era importante che gli scolari del tempo sperimentassero il funzionamento della macchina a vapore perché la stragrande maggioranza di loro, finito il primo ciclo scolastico, andava a lavorare e all’epoca, oltre ai treni e ai battelli, anche le fabbriche funzionavano con la macchina a vapore. Già in antichità era stata scoperta l’energia del vapore, ma soltanto a partire dal XVIII secolo con l’invenzione della macchina a vapore si riuscì a utilizzare prima nelle miniere, nell’industria tessile e infine nei trasporti.


 

Venerdì 11 giugno, #daiuntitoloMW con:

MUSEO DI GEOGRAFIA: una mappa misteriosa

Questa carta mostra i punti di partenza e arrivo di bottiglie lanciate nell’Adriatico! In ogni bottiglia un biglietto pregava chi l’avesse ritrovata di contattare i responsabili della ricerca e comunicare la posizione di rinvenimento. Insieme ai dati sulla temperatura e la salsedine dell’acqua, queste informazioni permisero di tracciare la Carta delle correnti adriatiche. Fu un precoce caso di citizen science e un importante esempio di collaborazione scientifica internazionale, purtroppo interrotta dalla Grande Guerra: l’elaborazione dei risultati, infatti, fu portata a termine separatamente dai due Paesi. Una copia della mappa si trova esposta nella Sala Adriatico, aula al piano terra di Palazzo Wollemborg, sede della Sezione di Geografia del Dipartimento di Scienze Storiche, Geografiche e dell’Antichità dell’Università di Padova.

 

MUSEO DI ANTROPOLOGIA: un propulsore del Queensland

Che cos’è questo reperto? Si tratta di un propulsore proveniente dal Queensland centro-settentrionale (Australia), conservato al Museo di Antropologia nella Collezione Capra (1908-1909). Il propulsore è uno strumento che, prolungando il braccio di leva del lancio, accresce la velocità e la traiettoria del proiettile. Questo propulsore presenta una forma ellittica allungata, con una estremità assottigliata a formare il manico e con un dente disposto di taglio rispetto alla tavoletta, contro cui va ad appoggiarsi la base del proiettile. Il risalto ovoidale di conchiglia all’estremità opposta al dente serve a sorreggere la zagaglia, cioè l’arma da getto scagliata. Si tratta di una vera e propria “arma da getto” nota ed utilizzata anche in Europa nel Paleolitico Superiore, tra circa 17.500 e 12.500 anni fa.

 

 
 

Sabato 12 giugno, #arteovunqueMW con:

MUSEO DI ANATOMIA PATOLOGIA: candela votiva messicana con motivo anatomico

La candela appartiene alla cosiddetta tipologia della "cerería escamada", adornata con un motivo anatomico raffigurante un uomo "scorticato", ovvero rappresentato parzialmente senza pelle per poter mostrare i muscoli e le ossa sottostanti. Le candele "escamadas" sono un tipo di candele votive utilizzate in Messico durante feste di Santi e Patroni e sono realizzate interamente a mano. Oggi vengono impiegate anche in diverse manifestazioni come battesimi o matrimoni. La loro complicata decorazione ricorda i più fini e delicati merletti. L’autore della candela “escamada” presente al Museo Morgagni è il Maestro Artigiano Marco Antonio Mirada Razo. L’opera è stata realizzata durante il 2nd International Congress on Wax Modelling tenuto all’Università di Padova (2019). 

 

MUSEO BOTANICO: modelli di funghi

Questi modelli fanno parte di una serie di 123 esemplari che Carlo Avogadro degli Azzoni, nobile trevigiano, costruì nella prima metà dell’Ottocento. Tutte le specie riprodotte sono piuttosto comuni nell’Italia centro-settentrionale e, in alcuni casi, mostrano i funghi in sezione per evidenziare il cambiamento di colore dei tessuti quando entrano in contatto con l’ossigeno dell’aria. Inoltre i modelli, realizzati in cera d’api, hanno piedistalli di colore diverso, con il verde utilizzato per i funghi mangerecci, il rosso per quelli dubbi o pericolosi e il nero per quelli mortali. Non si tratta quindi di una semplice rappresentazione delle specie, ma di un’opera in cui la figura dello scienziato si fonde con quella del divulgatore scientifico e dell’artista.


 

Domenica 13 giugno, #paroleperilfuturoMW con:

MUSEO DEGLI STRUMENTI DELL'ASTRONOMIA: nuove strumentazioni

L’Osservatorio Astrofisico di Asiago, sin dalla sua inaugurazione nel 1942, è stato una fucina di esperimenti dedicati a nuovi tipi di strumentazioni che vanno dai filtri liquidi di Wurm ai fotometri fotoelettrici, dal fotometro rapido ai primi CCD, dagli spettrometri a prisma a quelli a reticolo. Fino a metà degli anni ’50 del secolo scorso, il telescopio Galileo era il più grande d’Europa e all’Osservatorio erano presenti astronomi di molti paesi europei che hanno apportato un grande contribuito allo sviluppo della ricerca astronomica. Tale strumentazione è conservata al MUseo degli Strumenti dell’Astronomia - MUSA, ospitato nell’edificio principale dell’Osservatorio. Ancora oggi il telescopio, che ormai è considerato di piccole dimensioni, è utilizzato per sperimentare nuove strumentazioni come IQUEYE, l’occhio quantistico italiano, il quale è in grado di contare i singoli fotoni di luce che arrivano dagli astri!

 

PATRIMONIO STORICO ARTISTICO DI ATENEO: museo

‘Rigenerarsi’ e ‘reinventarsi’, parole chiave dell’International Museum Day 2021: i musei devono mettersi in gioco per costruire un domani più accogliente, solidale e sostenibile, ponendosi in stretta relazione con il territorio e il pubblico, di cui sono al servizio. La parola per il futuro è quindi ‘impegno’, impegno ad aprirsi a temi sfidanti e a stimolare momenti di confronto e di dialogo. In quest’anno di crisi, anche il CAM ha costruito nuovi modelli di esperienza culturale e ha aperto la conoscenza del ricco e variegato patrimonio d’Ateneo anche a pubblici inattesi e in precedenza esclusi, dando voce a nuove comunità interpretative, che hanno colto valori dell’opera rimasti finora muti. Nella condivisa passione per la cultura le differenze di età, genere, provenienza e religione sono state annullate, e ci siamo riconosciuti membri di una sola grande famiglia.