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IL CAM ALL'ANMS

Dal 17 al 20 ottobre a Pavia, il XXXII Congresso ANMS dedicato a culture, pubblici e patrimoni nei musei scientifici

 

Si svolge a Pavia dal 17 al 20 ottobre il XXXII Congresso dell'Associazione Nazionale Musei Scientifici, dal 1972 strumento di diffusione della museologia scientifica in Italia e di collegamento fra le Istituzioni e gli operatori interessati. L'incontro sarà dedicato al tema della "Diversità come identità. Culture, pubblici e patrimoni nei musei scientifici italiani", e metterà a confronto i professionisti del settore sulle pratiche di ricerca, conservazione, cura e valorizzazione/aggiornamento delle collezioni museali; sulle attività e pratiche sostenibili come evidenziato dai 17 Goal dell’Agenda 2030 (ONU 2015); sulle azioni e politiche partecipative di significato patrimoniale nei territori e nelle comunità; sulle pratiche e azioni educative, di cura e benessere anche nel confronto e collaborazione dei musei nelle comunità educanti per l’apprendimento formale o non formale; sulle politiche e azioni innovative di gestione e valorizzazione del Patrimonio culturale, anche attraverso riflessioni e azioni in merito alle professioni museali; su esperienze inclusive e innovative di comunicazione e partecipazione anche attraverso i nuovi linguaggi del digitale.


Al Congresso partecipano anche i nostri Musei, con i seguenti contributi scientifici.

 

  • Salvatore Restivo, Giovanni Magno, Giuseppe Palmisano, Dalila Giacobbe, Simone Molinari, VERSO UN PROTOCOLLO COMUNE PER LA CONSERVAZIONE DEI REPERTI BIOLOGICI CUSTODITI PRESSO IL SISTEMA MUSEALE DELL'UNIVERSITÀ DI PADOVA

Mercoledì 18 ottobre, ore 11.00

Il Centro Museale di Ateneo (CAM) coordina gli undici musei dell'Università degli Studi di Padova, che conservano un patrimonio storico, scientifico e artistico molto ricco e variegato, destinato a scopi didattici e scientifici. Partendo da tale diversità ed eterogeneità e grazie alla recente internalizzazione di professionalità differenti altamente specializzate nel settore, questi musei lavorano costantemente in sinergia tra loro, mettendo in rete procedure operative e competenze per lo studio, la conservazione e il restauro del patrimonio storico-scientifico attraverso un approccio trasversale e multidisciplinare che mette insieme tradizione e innovazione. In particolare il Museo della Natura e dell’Uomo, il Museo di Anatomia "Morgagni", il Museo Didattico di Medicina Veterinaria e il Museo Botanico custodiscono un gran numero di campioni biologici conservati sia in liquido sia a secco, datati dal XVIII secolo ai giorni nostri. Il recente rinnovamento di alcuni di questi musei ha evidenziato diverse problematiche riguardanti le modalità di conservazione e restauro degli esemplari antichi e moderni. Pertanto, ci si è confrontati su diversità e affinità delle collezioni e delle loro esigenze per mettere a punto dei protocolli di intervento comuni, specifici per le diverse tipologie di conservazione. Ad esempio, una parte significativa degli esemplari in liquido è conservata in formalina, dalle proprietà tossiche e potenzialmente cancerogene e, sebbene alcune delle nuove strutture siano attrezzate per esporre in sicurezza questi esemplari, è stata esplorata la possibilità di sostituire i liquidi nocivi con soluzioni sicure e non tossiche (es. Kaiserling III) per ripristinare anche il potenziale didattico dei reperti biologici, preparati unici e ancora oggi importanti nel fornire informazioni utili sia per studi genetici che anatomici e anatomopatologici in ambito umano e animale. Sono stati inoltre presi in considerazione nuovi modi per conservare i resti scheletrici di animali a scopo didattico, consentendo agli studenti di interagire direttamente con gli esemplari nell’ambito della propria formazione universitaria. La capacità dei musei scientifici dell’Università di Padova di recuperare, potenziare e condividere tecniche antiche ed introdurne altrettante moderne e innovative, basate ad esempio sull’utilizzo della stampante 3D, apre nuovi scenari sulla preparazione, la conservazione e la valorizzazione dei reperti museali, che migliorano la didattica e la fruibilità da parte degli studenti e dei ricercatori.

 

 

  • Mariagabriella Fornasiero, Jacopo Amalfitano, Cristina Boaretto, Letizia Del Favero, Luca Giusberti, UN MUSEO DIVERSO: RIORGANIZZAZIONE DELLE COLLEZIONI DI GEOLOGIA E PALEONTOLOGIA DA MUSEO A SEZIONE DEL MUSEO DELLA NATURA E DELL'UOM

Mercoledì 18 ottobre, ore 12.45

Il nuovo Museo della Natura e dell'Uomo dell’Università degli Studi di Padova (MNU) sorge nel centro storico di Padova, nella straordinaria cornice di Palazzo Cavalli. Con i suoi oltre 3500 mq di superficie è il più grande museo scientifico universitario d'Italia e riunisce in un’unica istituzione le collezioni di quattro nuclei diversi e originariamente indipendenti: i Musei di Mineralogia, Geologia e Paleontologia, Zoologia e Antropologia.
Un progetto ambizioso quello del MNU, che nella sua realizzazione ha coinvolto un’ampia gamma di esperti, con l’intento di valorizzare al meglio le ricche e multiformi collezioni museali.
La storia dell’attuale Sezione di Geologia e Paleontologia del MNU è tutta da scoprire: parte dei reperti geo-paleontologici era già esposta nella storica sede di Palazzo Cavalli, in quello che fino a maggio 2021 era stato il Museo di Geologia e Paleontologia del Dipartimento di Geoscienze.
Da Museo a Sezione per una diversa identità, al fine di realizzare un museo destinato al grande pubblico. La riorganizzazione delle collezioni geopaleontologiche è iniziata nell’ottobre del 2010 in seguito al trasferimento del Dipartimento di Geoscienze nella nuova sede. Il trasloco portò alla selezione e trasferimento di una parte delle raccolte utilizzate per la didattica, allo scopo di far fronte alle esigenze di docenti e studenti. Nel 2016 iniziarono i primi lavori di spostamento dei reperti verso i depositi temporanei in un susseguirsi di varie fasi culminate nell’estate del 2021 con lo sgombero delle sale espositive e lo smontaggio dei vertebrati. L’intensa e progressiva attività di smontaggio è sempre stata svolta seguendo le “buone pratiche” di gestione museale, ad esempio fotografando i reperti e i cartellini storici ad essi associati, provvedendo ove necessario alla pulizia a secco e al restauro degli stessi, infine all’imballaggio e allo spostamento in sicurezza in apposite casse e cassettiere. Non da ultimo sono state compilate le liste relative ai reperti trasferiti, sfruttando ove esistenti le banche dati e seguendo, per quanto possibile, gli standard dell’ICCD. Infine, sono stati selezionati i reperti che sarebbero stati esposti. In sintesi, sono stati trattati 11.339 reperti, dei quali ne sono stati esposti 1.013.
La caratteristica principale, ma anche la sfida di questo progetto, è stata quella di operare in parallelo tra i lavori cantieristici, proseguendo contemporaneamente con lo stoccaggio e il restauro dei reperti, i lavori di montaggio delle teche nelle sale nonché la immediata collocazione dei reperti in esse, con relative problematiche, che, tuttavia, non hanno inficiato il risultato.
Concludendo, la Sezione di Geologia e Paleontologia ha assunto una sua nuova identità in un Museo “diverso”: più grande e complesso, interattivo ed emozionale, con linguaggi espositivi più moderni, che consentano una maggiore condivisione dell’attività di ricerca con il pubblico e con il territorio, in particolare per quanto riguarda i temi di grande attualità.

 

  • Elena Canadelli, Rossella Marcucci, IL NUOVO MUSEO BOTANICO DELL’UNIVERSITÀ DI PADOVA TRA STORIA E PIANTE

Giovedì 19 ottobre, ore 09.30

Il 13 febbraio 2023 è stato inaugurato il nuovo Museo botanico dell’Università di Padova. Collocato nell’edificio d’impianto settecentesco che fino a metà Novecento ha ospitato la casa del Prefetto, il Museo botanico completa l’offerta culturale del sito Unesco che lo ospita, arricchendo il percorso di visita con la storia dell’Orto e della botanica a partire dal suo legame con la medicina e la farmacopea durante il Rinascimento. Il Museo espone una selezione delle collezioni botaniche risalenti prevalentemente all’Ottocento e al primo Novecento, tra cui spicca l’erbario storico – uno straordinario archivio della biodiversità vegetale con circa 800.000 esemplari di piante, alghe, funghi e licheni essiccati – 16.000 provette con semi di specie alimentari, medicinali e ornamentali, le tavole didattiche ottocentesche, modelli di funghi e sezioni di legni. A completare il percorso, gli arredamenti di una farmacia rurale di fine Settecento-primo Ottocento donata all’Università di Padova dal farmacista Giuseppe Maggioni. Chi visita il Museo potrà così scoprire la storia dell’Orto, delle sue piante e di chi le ha raccolte, in un viaggio attraverso i secoli che inizia dalla sua fondazione (quando vi si coltivavano e studiavano le piante medicinali) e arriva fino al Novecento, quando lo studio delle piante si è esteso anche all’anatomia, alla fisiologia ed evoluzione nel loro ambiente, alla loro classificazione e distribuzione geografica. Al primo piano dell’edificio, oltre all’Erbario storico, è oggi ospitata la nuova “Biblioteca storica di medicina e botanica. Vincenzo Pinali e Giovanni Marsili”, frutto dell’unione di due importanti biblioteche storiche dell’Ateneo. Nell’insieme, gli spazi del Museo botanico, dell’erbario e della biblioteca rappresentano non solo un importante polo di conservazione, ma anche di studio e valorizzazione pubblica delle collezioni museali, archivistiche e librarie dell’Università di Padova. Il Museo segue una narrativa di taglio volutamente storico, alla cui realizzazione hanno collaborato professionalità provenienti da discipline diverse, dalla storia della scienza alla botanica e alla farmacologia. Il contributo presenta il concept del Museo e sottolinea l’importanza del lavoro interdisciplinare e le potenzialità della storia della scienza in questo tipo di progetti museali, a dimostrazione dell’importanza di far convivere diverse pratiche di studio e valorizzazione delle collezioni museali botaniche.

 

  • Chiara Marin, Elena Santi, Giovanni Donadelli, Fanny Marcon, MUSEI ALLA PARI: COMUNICARE IL PATRIMONIO UNIVERSITARIO AL PUBBLICO ADOLESCENZIALE

Giovedì 19 ottobre, ore 14.15

Una delle sfide ancor oggi più rilevanti nell’ambito della partecipazione attiva della società civile alla conoscenza e alla valorizzazione del patrimonio museale riguarda il coinvolgimento dei giovani, con particolare riferimento alla fascia 16-24 anni: lo sviluppo di questa categoria di pubblico è uno dei temi più ricorrenti anche all’interno della European Cultural Heritage Strategy for the 21st Century (febbraio 2017), che promuove una gestione partecipativa del patrimonio culturale europeo in linea con i principi espressi nella Convenzione di Faro. Con particolare riferimento alle raccomandazioni K2 (Implement measures to encourage young people to practice heritage) e K7 (Ensure that the knowledge and skills involved in heritage trades are passed on) il Centro di Ateneo per i Musei dell’Università degli Studi di Padova ha formulato una serie di proposte di PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento, L. 145/2018) rivolte agli studenti della scuola secondaria di secondo grado, invitandoli a conoscere la ricchezza del patrimonio museale universitario per poi raccontarlo ai loro coetanei con i mezzi più congeniali: si è dato spazio così a narrazioni e linguaggi diversi da quelli solitamente impiegati nell’ambito della comunicazione istituzionale per permettere alle giovani generazioni di identificarsi e sentirsi incluse e partecipi nel processo condiviso di educare non soltanto al patrimonio, ma anche per e attraverso il patrimonio. Le attività hanno coinvolto singoli studenti o piccoli gruppi, in orario extrascolastico ovvero in periodi di vacanza, e non hanno previsto la presenza dell’insegnante agli incontri, svincolando così il più possibile la proposta dalla patina di “imposizione” che le iniziative mediate dalla struttura scolastica portano spesso con sé. Ad ogni partecipante/gruppo di partecipanti è stato assegnato un task individuato dal tutor aziendale, che ha affidato lo studio di un particolare reperto, una collezione, un personaggio storico legato ai musei di Ateneo o di uno specifico allestimento, anche rivolto a target con esigenze speciali, fornendo un’adeguata bibliografia di supporto alla ricerca e mettendo soprattutto a loro disposizione le collezioni; i media, le modalità e gli elementi di attenzione su cui concentrare le nuove narrazioni sono stati però scelti autonomamente dai ragazzi, che hanno visto così valorizzati i loro originali punti di vista sul patrimonio museale universitario e le proprie competenze in merito ai linguaggi più efficaci per comunicare con i coetanei. Protagonisti attivi di un autentico discorso alla pari, durante l’esperienza i giovani hanno non solo appreso nuove conoscenze sul patrimonio museale, ma soprattutto si sono interrogati sulla sua complessità, sull’importanza di prendersene cura, sul valore della memoria e sulla possibilità di porgli domande sempre significative per il presente: una risorsa per crescere insieme cittadini consapevoli e responsabili. Per garantire una prosecuzione dell'esperienza anche al termine delle singole attività e permettere agli interessati di continuare a partecipare attivamente alla cura e alla valorizzazione del patrimonio scientifico e culturale di cui sono essi stessi eredi e custodi, all'interno del progetto di terza missione Padova città della scienza i musei di Ateneo hanno recentemente avviato un tavolo di lavoro in collaborazione con le istituzioni scolastiche, gli enti pubblici e altre realtà regionali impegnate nella formazione dei più giovani, mettendo a regime risorse e competenze ed elaborando nuove originali proposte, alcune delle quali già in fase di esecuzione.  

 

PROGRAMMA COMPLETOhttps://www.anms.it/

 

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