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MUSEI IN VALIGIA SBARCA A SEOUL

Dal 21 al 27 ottobre per la 50° CIMUSET Conference

 

La 50° Conferenza annuale del CIMUSET (International Committee for Museums and Collections of Science and Technology), tenutasi in Sud Corea dal 21 al 27 ottobre 2023, è stata dedicata al tema dell'accessibilità museale. Professionisti da tutto il mondo si sono incontrati a Seoul presso il National Aviation Museum of Korea per condividere buone pratiche, discutere di problematiche irrisolte e capire insieme come rendere i propri musei accessibili e inclusivi per tutte le persone.

Anche i nostri musei hanno portato il loro contributo al dibattito, presentando il progetto Musei in valigia, dedicato a promuovere la conoscenza del patrimonio culturale da parte di individui che non possono recarsi fisicamente al museo per motivi di salute, economici o per altri impedimenti: in particolare è stata presentata la mostra organizzata dai musei di Ateneo presso la Casa di reclusione Due Palazzi di Padova in occasione della cerimonia d'inaugurazione del 20° anno accademico in carcere.


A presentare le nostre attività alla conferenza Elena Santi, attuale conservatrice del Museo dell'Educazione e coordinatrice del Gruppo di Lavoro "Accessibilità e Inclusione", che è risultata vincitrice di uno dei grant messi a disposizione per i partecipanti. Elena ci racconta oggi la sua esperienza.

 

 

 

 

“Quando si parla di inclusione, la prima cosa che mi viene in mente è di far entrare qualcuno in una situazione o in un luogo: in questo caso, i musei. Ma cosa dire di un pubblico che non può davvero muoversi per andare nei musei, per motivi di salute, di età, o a causa di restrizioni nella libertà personale?”.

Con queste parole è iniziata la nostra presentazione Packing up the Museums: an inclusive journey alla 50th Conference del CIMUSET, Comitato dell’International Council of Museums per i Musei Scientifici e Tecnologici.

La conferenza si è tenuta a Seoul, South Korea, lo scorso Ottobre, ed è stato l’evento più partecipato nei 50 anni di vita del Comitato, con 60 presentazioni da tutto il mondo e più di 10 interventi di ospiti speciali. Sulla scia della nuova definizione di museo, promossa da ICOM nel 2022, il titolo della conferenza è stato “Enhancing the Accessibility to Museums”: un’occasione per confrontarsi, condividere, imparare e crescere.

Grazie all’opportunità offerta dal NAMOK - National Aviation Museum of Korea, che ha ospitato l’evento, ho potuto prendere parte anche al pre-training workshop che ha preceduto la conferenza. Con un gruppo ristretto di colleghi, provenienti dalla Corea ma anche dall’India, Europa, Canada, Africa, Brasile, ci siamo per prima cosa interrogati sul significato di accessibilità e inclusione, per poi confrontarci sulle nostre realtà, così diverse eppure così vicine. Nel giro di poche ore abbiamo compreso che avremmo vissuto una esperienza forte, perché forti erano le motivazioni che avevano guidato lì ciascuno di noi: raccogliere a piene mani spunti, suggerimenti ed esperienze, per rendere i nostri Musei davvero “per tutti”.

 


I giorni della conferenza sono stati veloci, ricchi, intensi. 

Ad aprire i lavori tre Keynote di altrettante donne eccezionali: la Vice Presidente dell’ICOM InKyung Jang, che ha ricordato la nuova definizione di museo e l’impegno di ICOM per l’accessibilità; Elizabeth Rasekoala, presidente di Africa Gong, ha sconvolto la platea con il suo accorato appello per la decolonizzazione del nostro pensiero, prima che dei nostri musei; e la prof.ssa Hanna Thompson della Royal Holloway University of London, persona con disabilità visiva, che ha presentato il progetto “Sensational Museum” per realizzare audiodescrizioni cocreate assieme a persone cieche o parzialmente cieche.

Hanna ci ha insegnato a pensare sempre che non possiamo sapere chi ci sta ascoltando, se stiamo parlando ad un pubblico vario: per questo motivo, ciascuno di noi all’inizio della propria presentazione ha trovato il tempo di un minuto per descrivere se stesso, a beneficio di chi non lo poteva vedere. Un’attenzione piccola, che per alcuni fa tutta la differenza.

La prima consapevolezza importante che è emersa dai cinque giorni di lavori, è che l’accessibilità è un viaggio. Ciascuno di noi è arrivato in Corea per raccontare quello che nella sua realtà, museo, istituzione, si sta già facendo in questo senso. Ciascuno di noi ha potuto rendersi conto di quante altre comunità, o tipi di pubblico, esistano al mondo e di quanti tipi diversi di barriere debbano essere abbattute. Ciascuno di noi si è portato a casa la consapevolezza di aver intrapreso un cammino, ma di non essere sicuramente ancora arrivato alla meta. E la cosa più importante: ciascuno di noi si è reso conto di non essere solo, ma che siamo in tanti a camminare lungo questo percorso. Ancora di più diventa necessario quindi fare rete, scambiarsi esperienze, confrontarsi nei momenti di blocco o di difficoltà, perchè, si sa, ogni viaggio è più piacevole se fatto assieme.

Tra i compagni di viaggio non possono e non devono mancare le persone a cui questa attenzione è dedicata: nel principio del “niente su di noi senza di noi”, è fondamentale che le attività e i programmi per l’abbattimento delle barriere siano pensati, progettati e realizzati assieme alle persone con disabilità, o alle comunità che sono escluse da quelle barriere. “

"Co-creazione” è la chiave, questo è emerso dal primo all’ultimo giorno. Con una certa soddisfazione, possiamo affermare che il lavoro del Centro Musei è, in questo senso, sulla buona strada.

 


Una nota finale riguarda proprio la nostra presentazione, che racconta l’esperienza vissuta lo scorso maggio in occasione dell’esposizione delle nostre collezioni al Carcere Due Palazzi: si è trattata dell’unica relazione che riguardasse il pubblico dei detenuti.

In questo contesto sono poche le attività già in corso di realizzazione nei musei di tutto il mondo, motivo che ha consolidato il nostro impegno per la continuazione del progetto. La discussione plenaria che ha seguito la presentazione è stata anche occasione per ricevere ottimi spunti per i prossimi passi, già condivisi anche con il Gruppo di Lavoro Università in Carcere. 

La nostra proposta dei “Musei in valigia” ha inoltre suscitato grande interesse per la sua replicabilità: con il semplice strumento di una valigia, che diventa contenitore ma anche espositore dei reperti, si possono raggiungere persone che non possono fisicamente entrare nei musei.

Abbiamo raccolto spunti e suggerimenti, da esperienze sviluppate in altri paesi, per migliorare la proposta e renderla un format strutturato per i nostri musei: un altro passo avanti verso il Museo davvero “per tutti”.

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