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Palazzo Cavalli

 

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L'atrio e il salone d'ingresso del piano terra si presentano con il soffitto "alla sansovina" e pareti affrescate. L'elemento caratterizzante di questi due ambienti contigui è la serie di dieci finti quadri illustranti episodi tratti dalle Metamorfosi di Ovidio. Sotto ogni episodio, sulla fronte di finti parapetti marmorei, sono dipinte cartouches con emblemi. Sulla parete a nord si aprono il portone d'ingresso e quattro finestre; la parete a sud è occupata dal portone che dà sul cortile e da due finestre. 
Anche le altre sale del piano terra presentano il soffitto "alla sansovina" e pareti affrescate. I temi raffigurati in ciascuna sala sono diversi fra loro e precisamente: scene con episodi di storia romana nella Sala dei Telamoni; scene venatorie nella Sala della Caccia; episodi tratti dal Vecchio Testamento nella Sala del Caminetto.
La decorazione delle sale al piano terreno avvenne verso gli anni Ottanta del'600 ed è attribuita a Michele Primon per le affinità stilistiche con gli affreschi di Villa Contarini a Piazzola sul Brenta.
Nel salone centrale, entro cornici ovali di color oro con volute viola, ornate da putti e satiri e da cespi di frutta, sono narrati alcuni episodi mitologici: 1 Il ratto d'Europa, 2 Leda e il cigno, 3 Diana e Atteone, 4 Giove e Io, 5 La nascita di Adone, 6 Apollo e Dafne, 7 I contadini di Licia trasformati in rane da Latona, 8 Il ratto di Deianira, 9 Atalanta e Ippomene, 10 La caccia al cinghiale di Calidone. 
Sotto ciascun episodio, come è già stato detto sopra, è rappresentato un cartiglio con emblemi. 
Sala con i Telamoni: gli affreschi rappresentano sei episodi di storia antica romana. Le scene sono racchiuse entro finte cornici seminascoste da tendaggi; i drappi sono sollevati da putti in volo e da otto telamoni, posti a coppie, negli angoli della stanza. 
Sulla parete sud è raffigurata Tullia, moglie di Tarquinio il Superbo, che passa con il carro sopra il cadavere del padre Servo Tullio. Sulla parete a nord è rappresentato Muzio Scevola davanti a Porsenna, mentre su quella ad est si riconoscono, rispettivamente, l'incontro di Coriolano con la moglie e i figli e Semiramide che riceve la notizia della rovina di Babilonia. Sulla parete ovest sono raffigurate La Vestale Tuccia e una Figura femminile al sacrificio.
Sala della Caccia: il soffitto ha travature dipinte e pareti decorate. È una "stanza paese", in quanto le scene di caccia si susseguono ininterrottamente sulle pareti, dando al visitatore la sensazione di trovarsi all'interno degli episodi raffigurati. Le scene di caccia sono rese più attraenti dalla presenza di cani da caccia, conigli, scimmie e uccelli in gabbia. Le scene rappresentano: "caccia allo struzzo", "caccia al toro", "caccia al cinghiale" e "caccia all'orso". l'episodio di caccia sulla parete ad ovest non è più riconoscibile.
Sala del Caminetto: anche questa stanza presenta le caratteristiche delle precedenti, fatta eccezione per il caminetto e il sovrastante specchio. Le pareti sono decorate con sei grandi quadri entro cornici in finto stucco sorrette da cariatidi e telamoni. Ci sono, inoltre, tre sovrapporte con finti quadri incorniciati. Nella parete rivolta a nord sono rappresentate le scene con l'incontro al pozzo di Giacobbe e Rachele e Abigail e Davide; sulla stessa parete, sulla sovrapporta, è dipinta Betsabea al bagno. Sulla parete ad est è rappresentato l'episodio di Giuseppe e la moglie di Putifarre; i quadri presenti ai due lati riproducono Giacobbe e Rebecca e Il ritrovamento di Mosè. Sulla parete ad ovest, sulla sovrapporta, è raffigurata Susanna e i vecchioni, mentre i due finti quadri più grandi rappresentano Sansone e Dalila e Lot e le figlie.
Lo scalone è opera di Antonio Felice Ferrari e Giacomo Parolini. Sul soffitto una cornice circonda il cielo privo di personaggi, mentre le pareti sono affrescate con finti quadri. 
Il grande salone del piano nobile ha la pianta a T, come l'ambiente del piano sottostante. L'atrio ha un soffitto con travature dipinte e due porte. La parte più ampia della sala è più alta perché comprende anche il mezzanino. Il salone fu affrescato, forse nei primi anni del'700, da Louis Dorigny; le pareti colpiscono per le sei grandi immagini a carattere mitologico: 1 Argo, Mercurio e Io, 2 Le Tre Grazie, 3 Apollo e Dafne, 4 Ercole e Onfale, 5 Venere e amorini, 6 Il Tempo, il Giorno e la Notte. Sopra le due porte del salone ci sono due bassorilievi rappresentanti, rispettivamente, La Giustizia e l'Abbondanza. 
Il soffitto presenta una cornice che circonda un cielo privo di personaggi, che fu dipinto nel XIX secolo, quando, in seguito a infiltrazioni d'acqua, il soffitto originario di Dorigny andò perduto.