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GLI ORSI DELLE CAVERNE "MIGRANO" AD ASTI

Alle giornate della Paleontologia SPI

 

La scorsa settimana, dall’8 al 10 giugno, si è svolta ad Asti la XXII edizione dei Paleodays, ovvero le giornate della paleontologia organizzate dalle Società Paleontologica Italiana (SPI). Gli incontri si sono tenuti presso il Polo Universitario di Asti e presso la sede dell’Ente di Gestione del Parco Paleontologico Astigiano (Palazzo del Michelerio). Nella giornata del 7 giugno hanno avuto luogo l’incontro pre-convegno «Palaeontologist in Progress (PaiP)», dedicato ai giovani non strutturati della SPI, e la tavola rotonda «Legislazione e gestione dei beni paleontologici e archeologici in Italia». L'incontro, seguito da un pubblico numeroso anche in streaming, ha permesso di discutere su queste importanti tematiche coinvolgendo rappresentanti delle Soprintendenze, del MIC, del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale e della Presidenza SPI.

A questo prestigioso congresso hanno partecipato Paolo Doni e Mariagabriella Fornasiero, conservatrice del Museo di Geologia e Paleontologia, che assieme ai colleghi Francesca Cima e Alberto Zanatta hanno presentato il lavoro Past and present of skeletal diseases from a century-old collection of bone remains of cave bear (Ursus spelaeus) at the Museum of Geology and Palaeontology of the University of Padova (Italy). Si tratta di uno studio su circa trenta resti paleopatologici attribuiti ad Ursus spelaeus provenienti dalla Caverna Pocala (Trieste) e conservati presso il nostro Museo di Geologia e Paleontologia. La paleopatologia a tutti gli effetti rappresenta una scienza poco nota, il cui maggior sviluppo è avvenuto solo in tempi recenti grazie anche alle tecniche moderne di radiologia digitale e di tomografia assiale computerizzata. In questo caso è stato possibile verificare la diagnosi preliminare svolta su base macroscopica dei reperti, ottenendo maggiori informazioni e curiosità su animali ormai estinti.