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Darwin Day 2020

A 120 anni dalla morte dell’evoluzionista Giovanni Canestrini

 


Elena Canadelli – Dipartimento di Scienze Storiche, Geografiche e dell’Antichità (DiSSGeA), Università degli Studi di Padova


Pesci, ragni, uccelli, acari, coralli, crani umani, non c’è oggetto della ricerca naturalistica pura e applicata che lo zoologo Giovanni Canestrini non abbia toccato in quasi mezzo secolo di attività. Naturalista a “tutto tondo”, nel corso della seconda metà dell’Ottocento nei suoi lavori affrontò gli argomenti più diversi, dall’antropologia all’igiene, dalla regolamentazione della pesca alla teoria dell’evoluzione. Come altre importanti figure di medici e scienziati italiani dell’epoca, Canestrini seppe unire armoniosamente ricerca scientifica, impegno civile e attività politica. Autore di numerosi libri e articoli, Canestrini passò con disinvoltura dal “delicatissimo argomento della origine della specie umana”, come nel volume Origine dell’Uomo (1866, 2 ed. aggiornata 1870), a temi di pubblica utilità, come nel Manuale di apicultura razionale (1873) o nella lezione popolare La fillossera (1888), dedicata al pericoloso insetto parassita della vite, passando per lavori di zoologia descrittiva come i Pesci d’Italia (1872) e Nuovi aracnidi italiani (1868), o da manuali come il Compendio di zoologia ed anatomia comparata, pubblicato in più volumi a partire dal 1869.
Canestrini nacque nel 1835 a Revò, un piccolo paese della Val di Non, in Trentino, a cui rimase molto legato fino alla fine dei suoi giorni. Nel 1861, lo stesso anno della proclamazione del Regno d’Italia, si laureò in Filosofia e Scienze Naturali all’Università di Vienna, scegliendo però di proseguire la sua carriera scientifica sul suolo italiano. La prima tappa fu Genova, dove trascorse un breve periodo presso il Museo zoologico dell’Università, per poi passare nel 1862 all’Ateneo di Modena, dove insegnò Scienze Naturali fino al 1868. Qui, all’età di 27 anni, accanto agli studi di zoologia sistematica, iniziò a interessarsi al vivace settore dell’antropologia e della paletnologia, lavorando in particolare sulla fauna e la flora della media età del bronzo delle civiltà delle terramare e delle palafitte del modenese, di cui si andavano scoprendo numerose testimonianze proprio in quegli anni. Promotore e primo presidente della Società dei naturalisti di Modena, fondata nel 1865, nel periodo trascorso nella città emiliana, egli legò il suo nome a uno dei più importanti uomini di scienza di tutti i tempi: l’inglese Charles Darwin, di cui, nel 1864, insieme a Leonardo Salimbeni, professore di Storia Naturale in un liceo locale, curò per l’editore bolognese Zanichelli la prima traduzione in italiano del suo testo fondamentale, l’Origine delle specie.
Da questo momento in poi, Canestrini, su posizioni laiche, diventò in Italia uno dei principali sostenitori e promotori delle idee di Darwin. A diffondere la teoria dell’evoluzione non contribuì solo dalla cattedra, con le sue lezioni universitarie, e con la traduzione delle opere di Darwin (nel 1878, per esempio, curò insieme a Francesco Bassani la traduzione in italiano di un’altra importante opera del naturalista inglese, L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali), ma anche attraverso utili libri “di sintesi” destinati per lo più a studenti e colleghi, da La teoria di Darwin criticamente esposta (1880) a Per l’evoluzione. Recensioni e nuovi studi (1894). Diversamente da altri suoi contemporanei, di fronte alle vivaci polemiche suscitate dal dibattito sull’evoluzionismo nei scivolosi terreni extra-scientifici della morale e della religione, Canestrini preferì sempre rimanere legato alle evidenze sperimentali, evitando generalizzazioni e semplificazioni. Si deve infatti tener presente che nel periodo che va dalla pubblicazione dell’Origine delle Specie, nel 1859, fino alla fine del secolo, cioè proprio nel periodo in cui si collocano quasi per intero l’attività accademica e la produzione scientifica di Canestrini, la teoria dell’evoluzione fu oggetto, all’estero come in Italia, di attacchi molto forti, anche da parte di personaggi di primo piano, come lo scrittore Niccolò Tommaseo, il quale dipingeva la selezione naturale, alla base della teoria di Darwin, come uno strumento utilizzato dagli “scienziati della bestialità e del pantano” per negare la libertà umana.
Fu in questo clima, in un Veneto da poco annesso all’Italia, che nel 1869 Canestrini fu chiamato a insegnare Zoologia e Anatomia Comparata all’Università di Padova, dove rimase fino alla morte, avvenuta nel febbraio del 1900. Come già aveva fatto a Modena, anche a Padova Canestrini fu impegnato su più fronti. In università, dovette riorganizzare la ricerca e la didattica, dedicando molto tempo anche al riordinamento delle collezioni zoologiche del Museo universitario. Fu solo con il suo arrivo, infatti, che le discipline zoologiche acquistarono una loro identità e autonomia nel quadro degli insegnamenti tenuti presso l’Università di Padova.
Ciò che è giunto fino a noi delle carte di Canestrini – conservate in parte alla Biblioteca civica di Revò, in parte al Muse di Trento – rivela che egli fu in contatto con alcuni dei più rilevanti zoologi e antropologi del tempo, dall’evoluzionista tedesco Ernst Haeckel, che ammirava il suo impegno a favore della diffusione del pensiero evoluzionistico in Italia, allo stesso Darwin, che nel 1880, in una lettera oggi al Muse, si complimentò con lui per la pubblicazione del volume La teoria di Darwin criticamente esposta, “molto bene concepita e riccamente illustrata con figure” (A Giovanni Canestrini, 1900).
Accanto alla zoologia, a Padova, Canestrini introdusse e promosse anche l’insegnamento di altre due importanti discipline: l’antropologia, da una parte, e la batteriologia, dall’altra. Se quest’ultima si ricollegava a problematiche di igiene e sanità pubblica, l’interesse per la prima risaliva già agli anni modenesi. Autore nel 1878 di un fortunato manuale Hoepli di antropologia, Canestrini aveva applicato a questa disciplina una lettura evoluzionistica prima dello stesso Darwin. La prima edizione dell’Origine dell’Uomo di Canestrini, infatti, era del 1866, ovvero cinque anni prima dell’uscita dell’opera di Darwin sull’origine dell’uomo e la selezione sessuale. L’antropologia era ai suoi occhi una storia naturale del genere umano e rientrava quindi a tutti gli effetti nelle scienze naturali. In questo senso, egli promosse all’interno della sua Facoltà l’istituzione di un corso libero di Antropologia fin dall’anno accademico 1878-79, portando avanti una raccolta di crani e strumenti antropologici destinata a incrementarsi significativamente negli anni seguenti sotto le cure di Enrico Tedeschi. Nell’ambito di questi suoi interessi, nel 1873 Canestrini fu incaricato di condurre uno studio antropologico sui resti del sommo poeta Petrarca ad Arquà Petrarca.
Per la sua adesione alla teoria dell’evoluzione, il suo laicismo, le sue posizioni politiche a favore dell’irredentismo, Canestrini continuò a far discutere l’opinione pubblica anche da morto, soprattutto in Trentino. Apostolo del darwinismo italiano, egli è stato senza dubbio uno dei maggiori zoologi dell’Italia unificata della seconda metà dell’Ottocento, capace di tenere insieme argomenti tra loro diversi e di dare voce alla vocazione civile della scienza del tempo.

 

 

Estratto da: Elena Canadelli, 2018. Giovanni Canestrini (1835-1900) tra scienza e società
In Catalogo della mostra "Imago animi. Volti dal passato", Cles, 24 marzo-24 giugno 2018, pp. 53-57.

https://www.academia.edu/36352042/Giovanni_Canestrini_1835-1900_tra_scie...

 

Bibliografia e sitografia essenziale
Canadelli E., 2018. Evoluzione: Darwin a scuola da Canestrini https://ilbolive.unipd.it/it/news/evoluzione-darwin-scuola-canestrini
Casellato Sandra, 2001. Cultural education and the role played by Giovanni Canestrini in scientific and academic institutions, in Giovanni Canestrini. Zoologist and Darwinist, a cura di A. Minelli, S. Casellato, Venezia, Istituto Veneto di Scienze e Lettere, pp. 3-29.
Minelli Alessandro, 2001. Canestrini, Darwinian zoologist, in Giovanni Canestrini. Zoologist and Darwinist, a cura di A. Minelli, S. Casellato, Venezia, Istituto Veneto di Scienze e Lettere, pp. 283-303.
Minelli Alessandro, Canadelli Elena, 2016. Da Canestrini a D’Ancona, da Saccardo a Gola: la biologia a Padova tra Otto e Novecento, in Il Positivismo a Padova tra egemonia e contaminazioni (1880-1940), a cura di G. Berti, G. Simone, Centro per la storia dell’Università di Padova, Padova, Antilia, pp. 63-109.
Riccadonna Graziano, a cura di, 1994. Giovanni Canestrini. Scienza ed evoluzionismo, Trento, Edizioni UCT.