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Vi racconto la mia esperienza

Il Servizio Civile al CAM di una volontaria al Museo dell'Educazione

 

Da alcuni anni i giovani di età compresa tra i 18 e 28 anni possono prendere parte ai progetti di Servizio Civile promossi dal Centro di Ateneo per i Musei e partecipare attivamente alle attività del centro, acquisendo, grazie alla formazione specifica loro dedicata, competenze di gestione e cura delle collezioni e maturando soft skills utili nel loro futuro professionale.

Giulia Gregnanin, volontaria in servizio presso il Museo dell’Educazione, ci racconta la sua esperienza

 

 


Giulia Gregnanin
(volontaria SC presso il Museo dell’Educazione)

Ho conosciuto il Centro di Ateneo per i Musei già durante il mio percorso universitario: mi sono infatti laureata in Storia dell’Arte a Padova nell’ottobre dello scorso anno, conducendo un lavoro di ricerca su alcuni reperti etnografici conservati presso il Museo di Antropologia, di cui ho anche curato la catalogazione. Terminati gli studi, ho scelto di continuare la mia esperienza al CAM aderendo al progetto di servizio civile regionale “Musei Unipd: un patrimonio da scoprire” e ho quindi iniziato la mia collaborazione con il Museo dell’Educazione. In questi mesi le mie aspettative, dettate dalla possibilità di approfondire la rete museale di Ateneo e le sue collezioni, sono state soddisfatte.

Durante il mio servizio ho svolto svariate mansioni: attività di back office, gestione della comunicazione grafica e testuale via social del Museo, affiancamento e conduzione delle visite guidate rivolte ad un pubblico generico o circostanziato, catalogazione, coinvolgimento nel riordino delle collezioni. Poiché la mia presa di servizio ha coinciso con un periodo di chiusura dei musei a causa della pandemia Covid-19, nelle prime settimane di attività mi sono in particolare concentrata sulla presentazione di alcuni reperti tramite Facebook e Instagram: ho cercato, in altre parole, di dare al museo una vetrina virtuale per sostenere la divulgazione scientifica. Ho potuto così verificare con mano l’importanza dei social network nel loro essere a tutti gli effetti strumenti di connessione, che permettono di costruire attorno a nuclei di interesse delle vere e proprie comunità. Così è successo e sta succedendo per il Museo dell’Educazione, testimoniato dalla continua e progressiva interazione con i contenuti promossi nelle sue pagine web. In questa occasione, inoltre, ho potuto acquisire numerose competenze riguardanti la comunicazione grafica e verbale nei social, costituenti un linguaggio a sé, con regole e parametri ben definiti, ma allo stesso tempo con infinite soluzioni creative.

Nello stesso periodo ho inoltre collaborato alla progettazione e conduzione di attività laboratoriali online rivolte ai bambini. Da principio l’idea spaventava: condurre dei laboratori a distanza rivolti ad uno schermo, che può assumere più una valenza di ostacolo che di possibilità comunicativa, ha fatto dubitare della buona riuscita. All’atto pratico mi sono però dovuta ricredere! La capacità delle nuove generazioni (aiutate anche dai loro genitori) di adattarsi alla situazione, perchè tanto era il bisogno di stare assieme e condividere un momento creativo e culturale, ha fatto sì che la lontananza fisica non inficiasse più di tanto sulla riuscita delle attività. Con il Museo dell’Educazione siamo così riusciti a proporre una serie di laboratori online gratuiti, durante i quali abbiamo approfondito alcune tematiche d’attualità attraverso la visione di diversi materiali didattici - quaderni, libri, sussidiari -, arrivando poi a costruire dei “fai da tè” cartacei: e il riscontro dei partecipanti è stato assolutamente positivo!

Una delle attività, cui mi sono dedicata con più attenzione in quest’anno di SC, è stata la catalogazione tramite piattaforma Sigecweb, un sistema informatico messo a punto negli anni dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione che coordina la creazione e la pubblicazione delle schede di catalogo a livello nazionale. Attraverso questo strumento ho avuto la possibilità di schedare decine di giocattoli e anche alcuni arredi scolastici appartenenti alle collezioni universitarie. Uno degli oggetti che mi sto apprestando a catalogare proprio in questi giorni è un pezzo forte del Museo dell’Educazione: si tratta di un teatrino per marionette artigianale, databile ai primi del ‘900, corredato da una serie di fondali e quinte dipinte ad olio su supporto ligneo, nonché 27 marionette tutte realizzate a mano dallo stesso autore.

A partire dalla tarda primavera 2021, il Museo ha riaperto al pubblico le sue porte. Per diversi mesi ogni mercoledì pomeriggio abbiamo accolto i visitatori con un percorso della durata di un’ora, focalizzato su oggetti unici e rari delle nostre collezioni: l’apparecchio per la fusione dei colori di Ida Pilotto Sottini (ideato nel 1885), il modellino della macchina a vapore (inizio XX sec.), la lanterna magica (1888 ca.), il modellino di ottovolante (anni 20 del XX sec.), ecc. La prima difficoltà che ho incontrato nella conduzione delle visite guidate è stata quella di far combaciare le attese di un pubblico diversificato (per età e non solo) con i contenuti che si volevano veicolare: le modalità della visita dovevano di volta in volta adattarsi quanto più possibile alle tipologie degli utenti. Contro ogni mia aspettativa, la gestione di un pubblico giovane, a volte giovanissimo, è stata la sfida più complicata e allo stesso tempo soddisfacente che mi si sia presentata! A suggello di quei momenti vorrei condividere un’opera donatami da un giovane visitatore, Michele, che ha voluto ritrarre l’oggetto del museo che più l’aveva colpito: l’ottovolante. Come mi ha riferito lui stesso, nel suo disegno la giostra era tornata allo splendore originale e le lucine, che in origine illuminavano tramite corrente elettrica il percorso dei binari, erano tornate a funzionare. Grazie ancora Michele!

In conclusione, il mio anno di SC è stato un lavoro arricchente sotto molteplici punti di vista, che nel quotidiano ha saputo darmi la conferma dell’importanza dei principi fondanti la mia disciplina e le istituzioni museali: ovvero quelli di raccolta, studio, conservazione e valorizzazione del patrimonio storico e culturale. Tutto questo non sarebbe stato possibile e altrettanto stimolante se non ci fossero state le persone sempre disposte a condividere con me le loro conoscenze ed esperienze. A tutte loro, mai parche di consigli puntuali da offrire, sono profondamente grata!