l'Esperto risponde

Il Museo di Geologia e Paleontologia risponde a tutte le vostre curiosità sulle sue collezioni (e non solo!)

Hai visitato il Museo di Geologia e Paleontologia e vorresti qualche informazione in più su un particolare reperto, che ti ha incuriosito? Devi fare una ricerca per scuola e ti piacerebbe approfondire la storia di uno degli studiosi, che hanno creato le nostre collezioni? Sei stato in vacanza e hai trovato un reperto misterioso, e vorresti sapere che cos'è?

Scrivici! Gli esperti del Museo di Geologia e Paleontologia sono a disposizione per soddisfare tutte le curiosità dei giovani esploratori in età scolastica, ma anche degli adulti curiosi
Oltre a ricevere personalmente la risposta alle tue domande, potrai veder pubblicati i quesiti più originali su questa pagina e sui nostri profili social.


MUSEO DI GEOLOGIA E PALEONTOLOGIA
Scrivi all'esperto: museo.paleontologia@unipd.it

1) Come mai noi troviamo i fossili nella montagna, se erano vissuti nell’acqua? (Gabriele, 5 anni)
Risposta: Perché le rocce, che costituiscono le montagne e che contengono i fossili, si sono formate a partire da sedimenti come sabbia, fango... Quando un pesce o un altro animale marino muore, il suo corpo si deposita sul fondo del mare. Se non viene mangiato da altri animali, il pesce viene ricoperto dai sedimenti, che puoi immaginare come sottilissimi strati di fango, e contemporaneamente comincia a decomporsi. Se il ricoprimento è rapido e la decomposizione è molto lenta, può succedere che le parti molli del corpo (gli organi interni, i muscoli, la pelle e così via) si conservino, altrimenti si conservano solo le parti più dure e resistenti.
Piano piano i sedimenti che lo contengono cominciano a trasformarsi: la trasformazione è dovuta principalmente alle reazioni chimiche, che avvengono nei sedimenti stessi e nell’acqua di cui sono imbevuti. Anche i resti del pesce si modificano. Così man mano che passa il tempo i sedimenti diventano roccia e i resti del pesce “si trasformano in roccia” anche loro, cioè si fossilizzano.
Le rocce, insieme ai fossili in esse contenuti, possono poi venire deformate e sollevate, formando le montagne, come ad esempio le Alpi.
Ma come fanno i fossili a venire alla luce? Bisogna che qualcosa tolga la roccia che li ricopre… Quel qualcosa possono essere gli agenti atmosferici, come ad esempio la pioggia e il vento, che “consumano” (erodono) lentamente le rocce, oppure l’uomo. L’uomo può infatti scavare per costruire una strada o una casa, o per estrarre pietre da costruzione (pensa alle cave) o ancora per cercare minerali preziosi (pensa alle miniere!) e scavando può trovare i fossili. A volte l’uomo può scavare invece proprio per cercare i fossili!

2) Ho visto l'uovo fossile di dinosauro ma il cucciolo di dinosauro come fa ad uscire se l’uovo è così duro? (Alice, 5 anni)
Risposta: L'uovo che hai visto è fossile, cioè si è trasformato in roccia, ma prima non era così duro. Qualche rara volta può succedere che all'interno delle uova fossili si siano conservati i piccoli (gli embrioni) fossili, infatti sono stati studiati anche degli embrioni fossili di dinosauro. Di solito è difficile capire esattamente di quale specie si tratti perché i piccoli di specie diverse spesso si assomigliano tra loro di più di quanto non si assomiglino gli adulti.

3) Come fanno i paleontologi a ricostruire la storia dell'uomo a partire dai ritrovamenti? (Riccardo 10 anni)
Risposta di Nicola Carrara, Conservatore del Museo di Antropologia: Il paleontologo umano ha a che fare con due tipi di ritrovamenti. I primi sono le ossa fossili e queste ci dicono come erano fisicamente i nostri antenati. Il secondo tipo, invece, riguarda le tracce della loro cultura come il saper fabbricare strumenti di pietra, l’accendere un fuoco o costruire ripari. Se si studiassero solo le ossa fossili, sapremmo molto poco dell’uomo perché egli è l'unico animale che si esprime anche con la cultura.

 

4) Io e i miei compagni abbiamo trovato un sasso nel cortile della scuola, che ci sembra un fossile di farfalla. Potreste darci qualche informazione? (Alessandra, 9 anni)

Risposta:

Cara Alessandra,
ora che visto il tuo campione di roccia, ti posso confermare che non si tratta di una farfalla fossile ma di due noduli di selce su calcare. La selce è la sostanza che costituisce anche il vetro: si tratta di un composto di ossigeno e silicio.
La forma particolare di questi noduli vi ha fatto pensare a una farfalla, ma non lo è. La selce, infatti, si può accumulare all’interno delle rocce sedimentarie, assumendo forme strane e sorprendenti, spesso simili a fossili.
Come si formano i noduli o le concrezioni di selce?
Uno dei modi in cui si possono formare i noduli di selce è in seguito all’accumulo dei resti di organismi microscopici che vivono nel mare e che hanno il guscio siliceo, come i radiolari, le alghe diatomee e tanti altri.
Ti metto la foto dello scheletro di alcuni radiolari, guarda come sono belli!
Però la tua idea di trovare una farfalla fossile non è sbagliata: infatti in casi eccezionali possono fossilizzare anche gli insetti e nel famoso giacimento di Bolca (Verona) ne sono stati trovati parecchi.